mercoledì 23 ottobre 2013

cose impossibili

23 Ottobre 2515
Bullfinch


Dorme sul sedile del passeggero di una jeep che la sta riportando al campo. Dorme nonostante gli scossoni della strada dissestata e nonostante il vocio dei commilitoni che parlottano a bassa voce.
È sporca di fango da capo a piedi ed ha ancora il casco in testa. Si è rifiutata di toglierselo. Nessuno stupore da parte dei soldati della pattuglia che l'ha recuperata: i sopravvissuti si comportano sempre in maniera strana. Non si meravigliano neanche delle due pillole viola che soppesa per qualche momento sul palmo di una mano, prima di ingoiarle entrambe con un sorso d'acqua lontano dallo sguardo troppo rigoroso di Moloko. Le offrono del cibo, ma lei scuote la testa e si appoggia contro il finestrino, scivolando in un dormiveglia confuso ed ovattato.
Spencer e Langdon, sui sedili anteriori, si scambiano commenti sull'operazione della notte prima: il ponte crollato, l'entusiasmo tiepido e quasi spaventato di qualcosa che, per una volta, va quasi bene. È solo adesso che scopre di André e Jack. Vorrebbe aprire gli occhi ma è troppo stanca, troppo intontita per farlo. Le informazioni le vengono vomitate addosso in maniera indiretta, e lei le assorbe passivamente, come si assorbe un cambiamento improvviso nel cielo prima limpido e poi livido: non c'è nulla che uno possa farci. Nulla che lei possa farci, ad ogni modo.
Le dita si arrampicano confusamente fino all'altezza della spalla sinistra, dove trova la sensazione umida e appiccicaticcia di una ferita non troppo profonda che sta cominciano a rimarginarsi da sola. Forse riuscirà a mettersi un punto o due, più tardi. La sensazione è quella di avere appena toccato la carne viva con un polpastrello gravido di sale. Il bruciore le ricorda piacevolmente di essere viva.
È bello, essere viva.
Nella meraviglia di quest'ultima scoperta, si addormenta sul serio.

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