giovedì 13 giugno 2013

kiss me again, kiss the pain away

13 Giugno 2515
Space Sick
Greenfield

Cammina attraverso le strade desolate di una città informe e sconosciuta, coi profili incerti e tremuli dei sogni.
In lontananza, risate di bambini.
Conosce quelle risate.
Corre a perdifiato, ha l'improvvisa certezza di dover raggiungere un incrocio poco lontano e svoltare a sinistra.
C'è qualcosa che deve fare, anche se adesso non riesce a ricordarsi esattamente cosa.
Non riesce a muoversi: le porte e le finestre ai lati della strada sono sempre le stesse ed è come se stesse correndo su un tapis roulant sul quale non ricorda di essere mai salita.
Sgamba, scalcia, non ha più fiato dei polmoni. Si deve fermare, chiude gli occhi, cerca di far ritrovare al respiro un ritmo regolare. Quando torna a guardare il mondo che la circonda attraverso uno spiraglio frammisto di ciglia, si trova improvvisamente nel mezzo dell'incrocio. È di nuovo libera di muoversi.
Gira l'angolo.
L'orrore.
Huck sta tenendo in mano una pistola e la punta alla testa di due bambini. 
Un maschio ed una femmina.
Lei ha una finestrella fra gli incisivi e lui due occhi azzurri e freddi come un pezzo di ghiaccio.
Non piangono, non supplicano, ma si tengono per mano.
All'improvviso riconosce la città: è Capital City. Può sentire i suoni di festa di una parata poco distante. 
È l'Unification Day.
Cerca di gridare: la bocca di spalanca e le sembra come se le dovessero saltar via le corde vocali.
Non le esce neppure un mormorio.
Click.
La pistola ha sparato a vuoto, Huck si gira per guardarla. È come se si fosse accorto soltanto adesso della sua presenza. Le sorride e le dice kiss me again, kiss the pain away.
La mano invisibile che la tratteneva, muta ed immobile, la scioglie dalla sua presa. Corre verso i bambini, agguanta il maschio, se lo stringe al petto. Ha la faccia tumefatta ed i capelli improvvisamente rasati, ma dentro di sé lei sa che aveva i capelli biondi e scarmigliati, un tempo. Oh, questi occhi color carbone. Non erano azzurri fino ad un attimo prima?
Please, don't.
Lo supplica. 
Lui dice che sarà la Fortuna a scegliere.
Prende di nuovo di mira la bambina.
Lei allunga una mano, ma non riesce a raggiungerla, ed ha come la sensazione che se si muovesse, se dovesse lasciare andare il bambino che già tiene stretto contro di sé, allora lui ne morirebbe.
Bisogna scegliere, si dice.
La pistola fa fuoco per una seconda volta.

Si sveglia, madida di sudore, con le lenzuola di una cabina della Space Spick attorcigliate fra le gambe nude.
Era solo un sogno,
era solo un incubo.

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