domenica 29 aprile 2012

29 Aprile 2514
Spazio
Almost Home


Non ero mai stata in cella prima d'ora.
Alcuni sostengono che le astronavi siano claustrofobiche, delle gabbie di metallo che galleggiano nell'universo violando apparentemente qualsiasi regola di buon senso (come può una cosa così pesante levarsi in volo con la stessa grazia indifferente di un petalo rapito dal vento?), ma chi lo pensa non deve mai aver assaggiato le pareti anguste delle carceri alleate.
Languire, semplicemente, e contare le sbarre di ferro che ti separano dalla libertà e considerare per mille volte le crepe nelle pareti; non aprire bocca per giorni, aspettare nel dubbio un interrogatorio che potrebbe essere peggiore del precedente; e l'immobilità, la totale, indicibile sensazione di immobilità che ti spinge a rannicchiarti nella branda e a chiudere gli occhi, vegetando come un verme.
Ci sono molti modi di torturare la gente.
Non tutti i lividi sono visibili.

Mi chiedo come si sentissero Adam e Vickon sul fondo di quelle trincee, incrostati di fango, in una gabbia a cielo aperto che è poi diventata la loro tomba.


A volte sono stanca, così stanca di tutto questo.

Nessun commento:

Posta un commento