venerdì 13 gennaio 2012


12 Gennaio 2514,
Safeport,
Almost Home

( scritto in inglese, in un'anacronistica moleskine futuristica. )

Ho vissuto per quasi otto mesi consecutivi nella Baraccata, in un tugurio fatiscente, senza illuminazione e acqua corrente.
Ho dormito un inenarrabile numero di notti avvolta in un paio di coperte lacere e sporche, pidocchiose; ho mangiato poco e male nei giorni buoni e digiunato in quelli cattivi.
Ho bevuto i peggiori liquori in circolazione, bruciandomi la gola, le budella ed il cervello.
Eppure basta dormire al caldo per una notte e riempirsi lo stomaco per un giorno per cominciare a dimenticare.
Il freddo, la fame e la solitudine perdono di vividezza minuto dopo minuto, secondo dopo secondo. Le lunghe notti insonni e i crampi allo stomaco assumono sempre più i contorni di un sogno incubo o di un delirio febbrile.
Gli esseri umani sono fatti per sopravvivere, no matter what.
Ma io non voglio dimenticare.

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